CENTONOVE Rivista Culturale 25 Lugio 1997 Si è conclusa la sesta edizione del concorso IBLA GRAND PRIZE che raduna sul palco tenda di piazza Pola pianisti, compositori e cantanti lirici. Così i vincitori. Talenti internazionali firmati Moltisanti. di Giovannella Galliano L'evento dell'estate voluto dal presidente della fondazione che raggruppa i più grandi enti musicali del mondo. Tra i premi concerti, sponsorizzazioni, produzioni e distribuzione CD fino a New York. IBLA: arte e cultura incorniciata di barocco e storia. La città conserverà nella sua memoria e negli anni l'evento musicale dell'estate che sin dal '92 è rappresentato dalla kermesse IBLA GRAND PRIZE, concorso internazionale giunto alla sua sesta edizione e che raduna sul palco tenda di piazza Pola e nella sala Falcone Borsellino, pianisti, compositori e cantanti lirici selezionati in ogni angolo del mondo. Questo "abito nuovo" che Ibla ha indossato dal 25 Giugno al 6 Luglio è opera di un giovane il cui cuore batte ancora per questa città: Salvatore Moltisanti. Ragusano doc ma americano di adozione da circa sette anni, vive tra New York e Miami ed è Presidente della Ibla International Foundation della quale fanno parte i più grandi enti musicali del mondo. " La Fondazione ogni anno organizza questo concorso che - dice Moltisanti - ha un ruolo molto importante nell'attività di ricerca e di sostegno di giovani artisti di talento" Una eminente giuria internazionale formata da musicisti, managers, direttori artistici, presidenti di associazioni musicali e giornalisti, ha il compito di valutare i concorrenti per categoria. I primi fra loro avranno la possibilità di investire il premio elargito in funzione dello sviluppo artistico e professionale: sponsorizzazione concerti, produzione e distribuzione CD con Athena Records in New York City o altro. Il pianista giapponese Susumi Aoyagi, per esempio, vincitore per la sezione adulti dell'anno scorso, ha realizzato tutti questi sogni ed inoltre è stato invitato al concorso per pianoforte più importante del mondo, che si tiene ogni quattro anni in Texas, il Van Cliburn. " La raccolta di talenti internazionali - precisa Moltisanti - dà la possibilità di radunare quante più nazioni possibili ed in più assicura una presenza massiccia e non limitata". E nel ricco menù dell'IBLA GRAND PRIZE molti sono stati nelgi anni gli artisti d'eccezzione che continuano a brillare, fra questo ricordiamo il giovanissimo australiano Simon Tedeschi, vincitore della sezione giovani del '94 presente sul set del film 'Shine"; l'italiano Roberto Russo che ha debuttato nel New York Concert; l'americano James Barbagallo, recentemente scomparso a cui quest'anno, insieme a Sofia Poidomani, è stata dedicata l'intera manifestazione. Il concorso strutturato in tre competizioni (per pianoforte, per cantanti lirici e per compositori), anche quest'anno ha selezionato i primi artisti nel mondo: primo premio sezione giovani al russo Agueev Vadim; Primo premio assoluto per pianoforte al giapponese Masaya Tanaka; il premio Liszt dall'americano Park Jung Hee; nella sezione duo hanno primeggiato i russi Polianine Dmitri e severilov Petr; per i cantanti soprano primo premio a Marcelle Clemens e Cristina Andreou; per il mezzo soprano si è distinta Linda Adams, USA; fra gli accompagnatori il primo premio è stato vinto dall greca Meda Iassonidi la quale si è distinta anche nella sezione canto. La competizione canora di quest'anno è quella che ha riscosso il maggiore interesse tra il pubblico. La cantante di colore Jackson La Verne, è riuscita a radunare in piazza, dopo la mezzanotte, un gran numero di persone, per lo più giovani, coinvolti in un ritmo esaltante e in un coro di mani dai suoi spirituals tra cui "City Called Heaven", e "Ride on King Jesus". Come lei anche la vincitrice Marcelle Clamens, con "Here's one arr johnson" e " My soul's been Anchored in de Lord arr Price". Uno spettacolo positivo a giudicare dalle presenze e dalle esecuzioni particolarmente apprezzate dal pubblico. Ma dove stà il "tasto stonato" della kermesse e sopratutto, dove cercarlo? Non certo nel turista attento che ogni anno viene a Ragusa di proposito per questo appuntamento, non certo nel pubblico affezzionato, ma di certo nelle persone poco informate per la scarsa pubblicità, nei gelosi artisti locali defraudati del trono, nel coinvolgimento parziale degli enti, (provincia, ente turismo) in coloro che snobbano chi va a far fortuna all'estero. Lasciamo che per una volta il vecchio proverbio "nessuno è profeta in patria" venga ribaltato e (ancora proverbialmente parlando) "diamo a Cesare quel che è di Cesare". "Grazie Moltisanti" - era questa la frase che ripeteva al microfono la pianista russa Susanna Arabkertseva tra una sonata di Chopin e Schumann, ed è questo che Ragusa dovrebbe dire a chi assicura alla città 1600 presenze in una settimana, un turismo in ascesa ed uno spettacolo di primo ordine. A volte le lottizzazioni di potere e di fondi prendono il sopravvento e le partecipazioni elargite dagli enti sfiorano appena i cento milioni. Troppo pochi in effetti per addolcire la pillola dei miliardi necessari per organizzare un concorso così prestigioso. Ma è al pubblico generoso di attenzioni che Moltisanti vuole dire grazie, alle persone in religioso silenzio nella stracolma sala Falcone Borsellino, ai giovani e meno giovani accomunati da un magico feeling a ridosso del palco tenda di piazza Pola e a tutti coloro che credono e continueranno a credere che la musica, la buona musica, è un legame che unisce i popoli da una faccia all'altra dell'emisfero terrestre!!!. Giovannella Galliano |